Case green, nuova spinta al fotovoltaico

Case green nuova spinta fotovoltaico
Case green nuova spinta fotovoltaico
La nuova direttiva europea

(Case green, nuova spinta al fotovoltaico)

Fra i dibattiti più accesi di questo primo scorcio dell’anno, quello sulla nuova direttiva europea sulle prestazioni energetiche degli edifici (EPDB) è desolatamente vuoto di contenuti. Le strategie economiche, gli orientamenti tecnici e le modalità operative circa il futuro energetico del nostro patrimonio costruito sono assenti dal confronto. Proviamo a mettere in fila alcuni fatti cominciando da una constatazione: la casa è il bene-rifugio prediletto degli italiani.

La recente crisi dei prezzi di metano ed elettricità ha però esposto tutti – non solo i proprietari di case – a costi di gestione sproporzionati e insostenibili a medio-lungo termine. Oggi quel bene-rifugio non garantisce più una rendita adeguata. Dobbiamo decidere cosa fare: continuare a pagare l’energia cinque o dieci volte il suo costo reale, oppure investire in efficienza energetica e fonti rinnovabili, come il solare fotovoltaico?

Qui il Focus norme di Transizione energetica

Un edificio efficiente presenta numerosi vantaggi. Il primo è la riduzione del fabbisogno di energia e, di conseguenza, dei costi per soddisfarlo. Un edificio riqualificato è anche più bello e confortevole, perciò migliora la qualità della vita degli abitanti. Impianti e tecnologie allo stato dell’arte ne incrementano il valore sul mercato.

Chi ne beneficia? Direttamente i proprietari e, indirettamente, l’economia nazionale (Pil in crescita, meno combustibili fossili importati) e le casse dello stato (maggior gettito e minore evasione fiscale), oltre alla nostra salute (meno inquinamento) e al clima (meno emissioni).

In sintesi: economia e tecnica possono fare la differenza rispetto all’obiettivo, a condizione di dotarci di strumenti legislativi efficaci.

La cessione del credito introdotta con il Superbonus 110%, ad esempio, era uno strumento orientato all’equità nell’accesso all’incentivo. La percentuale dell’importo dei lavori che si trasforma in credito d’imposta è lo strumento per differenziare gli incentivi a seconda delle tipologie di interventi.

I termini per l’avanzamento dei lavori e il riferimento ai prezzari servono a tenere sotto controllo l’aumento dei prezzi di prodotti e materiali. Le modalità di cessione del credito ne determinano l’esigibilità e, quindi, l’impatto degli incentivi sul bilancio dello Stato.

Nel caso del fotovoltaico i bonus funzionano: gli impianti domestici costano relativamente poco e, con le tariffe attuali, il pay-back time è molto breve. Si possono migliorare gli incentivi? Sicuramente, basta volerlo.

Definire gli strumenti che regoleranno la transizione energetica del nostro patrimonio edilizio – ovvero di una componente importante del Pil dei prossimi anni – è la pre-condizione per promuovere con successo gli interessi nazionali in Europa.

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