Moduli FV danneggiati: cosa fare in caso di grandine?

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I danni delle eccezionali grandinate estive sul Nord Italia hanno coinvolto diverse aree tra la Lombardia e il Veneto. Migliaia di impianti fotovoltaici sono stati danneggiati. In casi come questi, come bisogna agire?

Lo scorso luglio il Nord Italia è stato letteralmente bombardato dalla grandine. Temporali di eccezionale violenza si sono reiterati giorno dopo giorno. Questo fenomeno ha colpito diverse aree, in particolare Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia. Ma anche, localmente, l’Emilia-Romagna.

In alcune zone, tra il vicentino, l’alta-padovana, il trevigiano e la riviera del Brenta, “mattoncini” di ghiaccio dal diametro di almeno 10 cm cadevano dal cielo provocando danni significativi. Proprio in Veneto è stato misurato il chicco di grandine più grosso mai rilevato, durante le rovinose grandinate della sera del 19 luglio.

 

Come sono stati colpiti i moduli?

Alcune microaree delle zone colpite dai temporali sono state oggetto di grandine davvero estrema. In queste aree, i moduli fotovoltaici sono stati quasi tutti completamente distrutti.

Nelle aree con grandine tra i 5 e i 10 cm di diametro diversi moduli sono rotti, specialmente quelli orientati verso Ovest. Nella giornata del 19 luglio, infatti, il temporale si è mosso da Ovest verso Est e la velocità del vento ha certamente influito sugli ingenti danni provocati. Gli impianti orientati anche di pochi gradi verso Est hanno subito meno danni.
Le aree più colpite dalla grandine non evidenziano nessuna distinzione di comportamento tra moduli di diversa tipologia e differente qualità: in altri termini, ciò significa che a prescindere dal vetro utilizzato per moduli e celle fotovoltaiche i pannelli si sono quasi tutti danneggiati.

Infine, nelle aree con grandine tra i 5 e i 10 cm si sono rotti più facilmente i moduli di dimensioni maggiori e con vetri da 3,2 mm.

 

 

La resistenza dei moduli

La grandine ha interessato soprattutto la giornata del 19 luglio. Ma nell’assolato giorno seguente, il 20 luglio, la maggior parte degli impianti ha lavorato, senza particolari conseguenze negative sulla rendita produttiva.

Questo perché, specie per gli impianti con un numero ridotto di moduli danneggiati, l’effetto dei danni della grandine sul comportamento elettrico potrebbe rimanere “invisibile” almeno per qualche settimana.

Tuttavia, col tempo, le infiltrazioni d’acqua interne ai moduli possono manifestarsi malfunzionamenti. È quindi necessario, a seguito di eventi atmosferici di questo tipo (soprattutto se di una tale portata), verificare tutti gli impianti colpiti.

Ciò non significa necessariamente che un impianto fotovoltaico è “fragile”. La resistenza alla grandine dei pannelli fotovoltaici di alta qualità è molto elevata, con un rischio di danneggiamenti piuttosto basso nella maggior parte delle occasioni. Ovviamente, in caso di grandinate eccezionali con chicchi di grandi dimensioni, i pannelli potrebbero danneggiarsi anche seriamente.

 

 

Come smaltire i moduli danneggiati?

Per gli impianti fotovoltaici fino a 10 kW è possibile conferire i moduli danneggiati in un centro di raccolta. La lista dei centri di raccolta può essere consultata attraverso il portale del Centro di coordinamento RAEE (www.cdcraee.it/centri-di-raccolta-comunali/).

I RAEE sono divisi per gruppi.

  • R1: Apparecchiature refrigeranti;
  • R2: Grandi bianchi (lavatrici, lavastoviglie, forni a microonde);
  • R3: TV e monitor;
  • R4: PED CE ITC, apparecchiature illuminanti e altro;
  • R5: Sorgenti luminose.

 

È necessario quindi individuare un punto di raccolta che accetti e possa ricevere i moduli fotovoltaici, che fanno parte del Gruppo R4.
Per impianti incentivati in Conto Energia è poi necessario inviare al GSE (Gestore dei servizi energetici) la dichiarazione (allegato 8.1) reperibile nella sezione “Documenti” del sito del GSE (fig. 1): Istruzioni operative per la gestione e lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici incentivati (pagina 33).

In ogni caso, è fondamentale prendere nota di tutti i numeri di serie dei moduli che vengono portati a smaltire, perché vanno riportati, appunto, nell’allegato 8.1.

 

→ L’articolo completo sul quarto numero della rivista Transizione energetica – settembre 2023 ←

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