Svolta green: efficienza energetica e rinnovabili opportunità per il Paese

efficienza energetica
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Secondo lo studio “Roadmap to 2030" l’efficienza energetica è una leva chiave per accelerare i percorsi di decarbonizzazione

A Roma, in occasione dell’evento “La Transizione Efficiente: nuove soluzioni per l’energia del futuro” Engie ha diffuso lo studio “Roadmap to 2030: Scenari e indicazioni di policy alla luce dei nuovi target di decarbonizzazione” di PoliMi. L’efficienza energetica rimane la chiave per la svolta green.

I risultati dell’analisi evidenziano come l’attuale scenario non consentirebbe di raggiungere i target di decarbonizzazione previsti dal Pniec. Sono necessarie azioni normative abilitanti per raggiungere gli obiettivi al 2030.

 

Obiettivi e traguardi

Incrementare l’efficienza nell’uso dell’energia. Superare la dipendenza dai combustibili fossili. Aumentare significativamente l’utilizzo delle energie rinnovabili e modulare il quadro normativo e regolatorio. Tutte queste azioni sono necessarie per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni e dei consumi energetici. È ciò che si legge nello studio Roadmap to 2030: scenari e indicazioni di policy alla luce dei nuovi target di decarbonizzazione. Lo studio è realizzato da Engie in collaborazione con il gruppo di ricerca Energy & Strategy del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano.

I risultati sono stati presentati a Roma l’8 maggio 2024 nel corso dell’evento “La Transizione Efficiente: nuove soluzioni per l’energia del futuro”. L’evento ha visto riunite istituzioni, aziende e pubbliche amministrazioni per analizzare aspetti tecnici, economici e normativi. tutti quegli aspetti, insomma, necessari a raggiungere i target di decarbonizzazione al 2030. All’evento hanno partecipato, tra gli altri, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di ARERA, Stefano Besseghini, il presidente del GSE, Paolo Arrigoni.

 

Efficienza energetica: la chiave di svolta

«La transizione energetica è responsabilità collettiva. Non è un percorso facile ma è una sfida necessaria. – Afferma Monica Iacono, Ceo di ENGIE Italia. – Il nostro compito è fare di tutto per renderla un’opportunità. Per noi di Engie è un impegno quotidiano che sentiamo verso le future generazioni. La fotografia scattata dallo studio realizzato con il Politecnico di Milano ci dice chiaramente che è necessario accelerare. E che i costi dello scenario inerziale sono superiori agli investimenti necessari per raggiungere i target previsti. Il nostro auspicio è quello di offrire, attraverso questa analisi, un contributo utile alle decisioni e alle soluzioni da adottare per il Paese».

«Servono più strumenti: sistemi di detrazione fiscale, meccanismi incentivanti come i certificati bianchi per l’industria, stimolare l’innovazione e la digitalizzazione delle reti. Ci stiamo impegnando a predisporre un quadro normativo che supporti una visione di lungo-periodo. Dove le risorse siano tra loro coordinate e razionalizzate, valutando possibili sinergie tra i diversi strumenti disponibili”, ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.“Dobbiamo accompagnare e agevolare la trasformazione del nostro sistema produttivo, in equilibrio con la decarbonizzazione. La chiave è intervenire con determinazione per avere in casa competenze e tecnologie che saranno al centro della trasformazione del sistema industriale in modalità green. Lavoriamo per favorire lo sviluppo, creando un contesto favorevole alle imprese».

 

Lo scenario in Italia

Il punto di partenza dell’analisi è l’attuale contesto emissivo italiano. Nel 2022, l’Italia ha ridotto di circa il 30% le sue emissioni rispetto al 2005. Considerando però l’attuale trend di mercato e normativo, compresi quelli relativi al superbonus, dal 2022 al 2030 si prevede una riduzione di -46 MtCO2, che è molto inferiore ai target europei che impongono una riduzione di -137 MtCO2 (più del 50% delle emissioni rispetto al 2005).

Quindi, rispetto all’attuale scenario inerziale al 2030, lo studio evidenzia che non è possibile raggiungere né gli obiettivi europei né i target nazionali di riduzione delle emissioni già promossi all’interno del PNIEC. È necessaria un’accelerazione in questa direzione che moltiplichi gli sforzi. Il maggiore contributo per affrontare le sfide europee può derivare da due pilastri strategici: l’incremento delle soluzioni di efficienza energetica e delle fonti energetiche rinnovabili.

Sul fronte dell’efficienza energetica il PNIEC identifica un obiettivo pari a 100 Mtep al 2030. Considerando gli attuali trend di mercato e normativi il Paese è proiettato verso i 109 Mtep di consumi di energia finale al 2030 (-4 Mtep rispetto al 2022), ossia un risultato distante dagli obiettivi PNIEC e non in linea neanche con gli obiettivi comunitari che richiedono il raggiungimento di 92,5 Mtep (-21 Mtep rispetto al 2022). È quindi necessario moltiplicare le misure messe ad oggi in campo.

 

Efficienza energetica e decarbonizzazione

Un ruolo di supporto alla decarbonizzazione ed efficienza nel settore residenziale può essere svolto dal teleriscaldamento. Oggi l’attuale diffusione della tecnologia raggiunge i 9,7 TWh all’anno, ma ha un potenziale di sviluppo di 4 volte superiore: al 2030 si può produrre 38 TWh utile a efficientare quasi il 10% della domanda termica residenziale, con investimenti annui fra 7 e 10 miliardi di euro. Anche in questo caso, è necessario attrarre investimenti prevedendo un quadro di policy organico che contempli in maniera sinergica norme ed incentivi, stimolando la domanda tramite l’introduzione, ad esempio, di obblighi di allacciamento alla rete per i nuovi edifici

L’analisi delle tecnologie in grado di supportare la transizione energetica vede nel biometano un forte alleato strategico. L’aggiornamento del PNIEC prevede un’accelerazione sull’utilizzo del biometano come alternativa rinnovabile per la produzione di energia termica. Attualmente, il meccanismo di incentivazione è però limitato nel tempo e la frammentazione nella catena di approvvigionamento crea inefficienze e scarsa scalabilità. È necessario creare soggetti aggregatori e definire un nuovo meccanismo incentivante post-2026 per favorire la crescita del settore e raggiungere gli obiettivi al 2030.

Dallo studio emerge, dunque, che l’Italia ha tutte le potenzialità per essere il laboratorio della decarbonizzazione, ma attualmente si registra un ritardo rispetto alla traiettoria di decarbonizzazione europea che istituzioni, di concerto con gli operatori del settore, possono provvedere a colmare puntando sulle appropriate leve strategiche.

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