Liberare le energie: mix energetico nel futuro delle FER

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Sicurezza, ruolo del gas naturale nella transizione e liberalizzazione del mercato dell’energia. Questi alcuni dei pilastri di Energia Libera, associazione che rappresenta importanti imprese che producono e vendono energia elettrica e gas, e che crede nel mix energetico come leva per affrontare la svolta green

La crisi dell’energia, la guerra e l’incertezza sul futuro hanno portato a una maggiore consapevolezza del mercato energetico. Una consapevolezza che spinge a ragionare non solo su consumo ed emissioni, ma anche su costi energetici e sicurezza per famiglie e imprese. In questo panorama, l’associazione Energia Libera si impegna in un’opera di formazione e divulgazione per aiutare famiglie e imprese nelle sfide del mercato energetico.
Durante l’evento Liberare le energie, promosso proprio da Energia Libera, abbiamo incontrato il Presidente Salvatore Pinto, che ha espresso il suo parere sul mercato delle FER e sulle sfide per il Paese.

 

Quali sono le prospettive future nel panorama energetico?

«Famiglie e imprese vengono ormai impattate in maniera critica dai costi dell’energia. L’attuale panorama europeo ci ha fatto comprendere come non si possa prescindere dai costi energetici per affrontare la svolta green. Le famiglie hanno capito, quando si sono scontrate con il problema dei prezzi del gas impennati, che l’energia è qualcosa che non si può dare per scontata. Quindi il cambiamento climatico, i costi e la geopolitica si sono fusi insieme. Sono tematiche che adesso vanno affrontate in parallelo. Il rischio, altrimenti, è quello di non riuscire a risolvere realmente i problemi, e anzi di crearne di nuovi».

 

Qual è il ruolo di Governo e istituzioni nella transizione energetica?

«Il Governo, e un po’ tutta l’industria italiana, ha sollecitato per una semplificazione delle normative. E in generale di tutta la macchina burocratica. È però qualcosa di sedimentato da decenni, non è facile per nessuno cambiarla. Ma è chiaro che quella della sburocratizzazione è una direzione che va presa.
In più, oltre a questo indirizzo, dobbiamo tenere presente che la nostra struttura costituzionale dà poteri a Regioni e Governo. E quindi è sempre complicato riuscire a gestire tutto. Oggi, tuttavia, ci troviamo nelle mani diversi strumenti utili, a partire dal Pnrr. Strumenti che possono aiutarci.
Ma c’è anche il tema delle risorse. È necessario avere persone competenti, soprattutto sull’aspetto tecnologico, perché tutti questi piani e queste risorse diventino realtà».

 

Ha citato l’aspetto tecnologico. A che punto siamo su quel versante?

«È certo che dobbiamo fare ancora di più sul versante tecnologico. Per riuscire ad attuare quello che una volta era il Pniec (Piano nazionale integrato per l’energia e il clima) e che ora è il Pnrr, dovremmo moltiplicare per tre, se non per quattro, la capacità annuale. Ed è una prospettiva complessa.
C’è poi un altro tema. Sotto l’aspetto tecnologico le fonti rinnovabili rimangono umpredictable. Quindi è necessario stoccare l’energia prodotta, così da conservarla per il futuro. Dovremmo avere almeno 80 GB di energia conservata, e di certo questo non si può fare dall’oggi al domani. E in più l’unica tecnologia oggi sul mercato che è realmente valida è il litio. Tuttavia ha un limite tecnologico: quello della durata. C’è quindi la necessità di introdurre nuove tecnologie storage che possono avere una durata maggiore. Su questo sono ottimista: arriveranno tanti centri di ricerca, però ci vorrà del tempo».

 

Come possiamo muoverci per ottenere una vera stabilità energetica delle rinnovabili?

«A oggi, l’unica fonte di energia esistente che può accompagnare la crescita e la gestione delle rinnovabili è il gas. Le centrali a gas, soprattutto quelle che vanno a coprire i servizi ancillari, possono realmente offrire un bilanciamento della rete. Si tratta quindi di incentivare un mix energetico adeguato, che possa realmente risolvere molti dei problemi che lo sviluppo delle rinnovabili sta avendo nel mercato.
Gli impianti turbogas a ciclo combinato (CCGT), per esempio, rimangono indispensabili per garantire lo sviluppo delle energie rinnovabili non programmabili. E per consentire ai CCGT di accompagnare la crescita della produzione da fonti rinnovabili non programmabili, assicurando il mantenimento in equilibrio del sistema elettrico, bisogna proseguire con un mercato della capacità adeguatamente disegnato».

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