Fotovoltaico e storage: con la co-localizzazione un’opportunità strategica

fotovoltaico e storage
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Per gli sviluppatori di rinnovabili l’integrazione tra fotovoltaico e accumulo energetico diventa una vera e propria opportunità per trasformare il modo di progettare e valorizzare gli impianti. Gabriele Buccini, Head of Utility Storage di Trina Storage, ci racconta tutti i benefici e i vantaggi

Aggiungere sistemi di accumulo a progetti fotovoltaici non è più solo un’opzione tecnologica. È una mossa strategica che può mettere al sicuro gli investimenti e rafforzare la stabilità delle reti elettriche.

Ne è convinto Gabriele Buccini, Head of Utility Storage di Trina Storage. Secondo Buccini la co-localizzazione ovvero l’integrazione tra fotovoltaico e sistemi di accumulo nello stesso sito si sta rapidamente affermando come la strada più solida per affrontare un mercato in continua evoluzione.

 

Quali sono i principali vantaggi della co-localizzazione di storage e fotovoltaico?

«Integrare capacità di accumulo in un impianto fotovoltaico significa rendere il progetto non solo più flessibile e resiliente, ma anche capace di adattarsi con intelligenza alle dinamiche di un mercato energetico in continua evoluzione. L’accumulo consente di ottimizzare la gestione dell’energia prodotta, superando i limiti della generazione intermittente tipica del solare, e di modellare la curva di immissione in rete in funzione della domanda reale, anziché delle condizioni meteorologiche.

Per gli operatori del settore, l’integrazione di sistemi di accumulo rappresenta inoltre una risposta concreta ed efficace al fenomeno della solar cannibalization, ovvero la riduzione dei prezzi dell’energia elettrica nelle ore centrali della giornata dovuta alla sovrapproduzione solare.

In questo contesto, l’energia accumulata durante i picchi di produzione può essere rilasciata nelle fasce orarie in cui il valore dell’energia è maggiore, incrementando i ricavi e migliorando il ritorno sull’investimento.

Questa strategia non solo valorizza economicamente l’impianto, ma contribuisce anche a una maggiore stabilità e affidabilità della rete elettrica, favorendo l’equilibrio tra produzione e consumo. In un sistema sempre più decentralizzato e dominato dalle rinnovabili, l’accumulo diventa quindi un elemento chiave per abilitare la transizione energetica e garantire un approccio sostenibile e sicuro alla gestione dell’energia».

 

Quali sono le complessità tecniche e le sfide normative?

«Ovviamente, tutto questo ha un suo prezzo: serve un maggior investimento iniziale e una maggiore capacità di gestione tecnica. Parliamo di due tecnologie diverse, che richiedono progettazione, controllo e autorizzazioni specifiche.

Una delle prime decisioni da prendere riguarda la configurazione del sistema: le architetture DC-coupled, ad esempio, sono più efficienti ma costose, mentre quelle AC-coupled risultano più semplici da integrare ma comportano maggiori perdite energetiche.

A complicare il quadro si aggiungono gli aspetti normativi. Le connessioni esistenti sono spesso pensate per impianti unidirezionali e vanno quindi riconfigurate. Inoltre, nei casi in cui fotovoltaico e storage abbiano strutture finanziarie diverse o siano gestiti da soggetti distinti, stabilire chi ha priorità di accesso alla rete può diventare un rebus».

 

Cosa serve per rendere più rapido ed efficace lo sviluppo dei progetti fotovoltaici con storage?

«Alcuni Paesi stanno già mettendo in campo strumenti per facilitare questo tipo di sviluppo. Nel Regno Unito, ad esempio, la decisione dell’autorità Ofgem di eliminare la doppia tassazione sull’energia accumulata ha dato una forte spinta ai progetti co-localizzati.

Il nuovo contesto politico, più orientato alla sostenibilità, ha fatto il resto, creando un clima favorevole a investimenti su larga scala che includano anche lo storage.

Tuttavia, molto può ancora essere fatto per migliorare il processo. Servirebbe un quadro normativo più snello e coerente, che accorci i tempi di approvazione e riunisca le procedure per fotovoltaico e storage in un unico iter autorizzativo».

 

In che modo lo storage contribuisce ad aumentare il valore e la flessibilità degli impianti fotovoltaici?

«Integrare sistemi di accumulo significa aumentare il valore dell’impianto nel tempo. Non solo perché protegge contro la svalutazione legata al calo dei costi del fotovoltaico, ma anche perché permette di rispondere in modo più intelligente alle richieste del mercato.

Il Bess può infatti essere utilizzato per fornire servizi di rete, stabilizzare i flussi e affrontare in modo proattivo il problema della saturazione dei punti di connessione.

A ciò si aggiungono i progressi tecnologici: in pochi anni siamo passati da sistemi da un’ora a configurazioni standard da due o quattro ore.

In mercati come la Polonia, oltre il 90% dei progetti storage rientra già in questa seconda categoria. L’aumento della densità energetica, poi, consente di avere oltre 5 MWh in un solo container, un fattore determinante in Paesi come l’Italia, dove le normative impongono distanze minime tra le unità per motivi di sicurezza».

 

La co-localizzazione tra fotovoltaico e storage può davvero diventare la norma? Quali fattori ne determinano il successo nei diversi contesti nazionali?

«Ogni Paese affronta la sfida dell’accumulo secondo logiche diverse. In Spagna, dove la rete è quasi al limite della saturazione, i progetti con accumulo integrato ricevono una corsia preferenziale per l’iter autorizzativo. Il sistema consente di conservare l’energia prodotta in eccesso nei momenti di bassa domanda, evitando sprechi. In Italia, invece, si punta su grandi impianti di accumulo standalone, capaci di offrire servizi di bilanciamento e flessibilità su scala utility.

La co-localizzazione non è una formula valida per tutti, ma un’opportunità da valutare in base a obiettivi, normative e infrastrutture locali. Quel che è certo è che lo storage è ormai una componente imprescindibile della transizione.

Con la crescita esponenziale delle rinnovabili e la crescente difficoltà di ottenere connessioni alla rete, la co-localizzazione sta diventando sempre più una scelta di buon senso. Permette di ottimizzare infrastrutture, rispondere alla domanda di flessibilità e accelerare i tempi di sviluppo. La domanda non è se questa soluzione avrà un ruolo centrale, ma quando diventerà la nuova normalità.

In un sistema energetico che chiede flessibilità, stabilità e prontezza, integrare fotovoltaico e accumulo in modo intelligente sarà sempre più una condizione necessaria e non più una semplice opzione».

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