Fabbisogno energetico e cooperazione agricola

Fabbisogno energetico e cooperazione agricola
Fabbisogno energetico e cooperazione agricola
La crisi degli approvvigionamenti ha messo in discussione il modello consolidato. Il settore propone una ricetta: un ribaltamento di prospettiva in cui si promuova la produzione partecipata degli utenti in forma organizzata mettendo sullo stesso piano bisogni ecologici, economici e sociali

Fabbisogno energetico e cooperazione agricola.

Le parole chiave delle nuove politiche internazionali e nazionali sono transizione ecologica e transizione energetica, un percorso obbligato e ambizioso che contempla la nascita delle città sostenibili, luoghi in cui trovano spazio in perfetto equilibrio economia circolare, rispetto del clima e giustizia sociale. Un’utopia? Ne abbiamo parlato con Maurizio Gardini (nella foto), Presidente di Alleanza Cooperative Italiane.

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Che ruolo può avere la cooperazione nella fase di transizione ecologica? 

Le imprese cooperative danno un importante contributo allo sviluppo economico, al sostegno dell’occupazione e a una più equilibrata redistribuzione della ricchezza: lo fanno anche attraverso attività innovative e con tecnologie all’avanguardia, offrendo servizi di interesse generale e di prodotti che migliorano la qualità della vita di intere comunità. Le cooperative non sono solo enti economici, ma anche attori sociali che affrontano i problemi delle comunità locali e di gruppi di soggetti vulnerabili. L’impatto sociale delle cooperative è dunque un valore generato volontariamente e può essere una leva fondamentale per lo sviluppo sostenibile che la cooperazione contribuisce a costruire.

Quali sono le condizioni necessarie perché si realizzi la transizione ecologica?

Dobbiamo ridurre la dipendenza e la povertà energetica, calmierando i prezzi, stabilizzando il mercato dell’energia e del gas e incrementando, tra l’altro, la quota di produzione di energia da fonti rinnovabili, in una dimensione sociale dell’energia, prima ancora che verde. Dobbiamo realizzare infrastrutture e impianti, in un necessario e imprescindibile bilanciamento tra le istanze di semplificazione e velocizzazione di procedure e iter autorizzativi e tutela del territorio, del suolo, del paesaggio e dell’ambiente. Una tutela che è funzionale a salvaguardare la nostra agricoltura di qualità, il turismo, la salubrità e l’assoluta e insostituibile bellezza del nostro Paese.

E sul piano energetico?

La grave crisi energetica ha mostrato come il tema dell’energia sia strettamente connesso all’accesso ai diritti e come la disponibilità energetica rappresenti una delle principali sfide, teoriche e pratiche imponendo azioni interconnesse e problemi da risolvere, tra cui la necessità di garantire elettricità e carburanti a tutti, in maniera accessibile.

In che modo?

Si tratta di affiancare alle misure congiunturali strumenti finalizzati a rendere il sistema di approvvigionamento energetico più resiliente alle fluttuazioni dei prezzi, in modo da offrire ai consumatori finali energia sostenibile a prezzi accessibili. Occorre, ancora, disporre di adeguate misure di compensazione e sostegno diretto per clienti e imprese vulnerabili, considerando tali non solo le imprese per cui l’energia rappresenta un’alta percentuale dei costi di produzione, ma anche le imprese che operano in settori particolarmente “stressati” dalla pandemia che da ultimo denunciano una sempre maggiore difficoltà e preoccupazione nel far fronte agli aumenti. Serve, inoltre, selezionare con cura quelle misure che favoriscano il percorso di transizione energetica e garantire lo sviluppo di impianti a fonti rinnovabili, la revisione della struttura delle bollette, ma anche la sicurezza degli approvvigionamenti, adeguati strumenti di stoccaggio e misure per garantire il controllo e la stabilità dei mercati dell’energia e del gas. Va rilanciata, infine, una forte azione sulle politiche di risparmio e di efficientamento energetico, sia per le imprese che per le famiglie, che promuova una reale partecipazione degli utenti soprattutto in forma organizzata.

(Fabbisogno energetico e cooperazione agricola)

Verso nuovi modelli

L’obiettivo di Alleanza delle Cooperative italiane è di definire e potenziare nuovi modelli di produzione e consumo nel settore energetico che trovino fondamento nella partecipazione diretta dei consumatori, consentendogli di produrre, consumare, immagazzinare e vendere l’energia. Queste iniziative possono favorire la diffusione di nuove tecnologie e di nuovi modi di consumo, aumentare l’efficienza e contribuire a combattere la povertà energetica, riducendo i consumi e le tariffe di fornitura. Grazie alle tecnologie dell’energia distribuita e alla responsabilizzazione dei consumatori, le comunità energetiche rappresentano un modo efficace ed economicamente efficiente di rispondere ai bisogni e alle aspettative dei cittadini riguardo alle fonti energetiche, ai servizi e alla partecipazione locale. Si tratta di un istituto che apre la possibilità per le cooperative di utenti elettrici di avere uno spazio nel mercato elettrico contribuendo a trasformarlo in forma distribuita e sostenibile. Le comunità energetiche rappresentano una risposta efficace ed efficiente ai bisogni ed alle aspettative dei cittadini che ha ricadute sia sul piano della sostenibilità ambientale che su quello economico, senza tralasciare lo sviluppo e il presidio attivo dei territori. (F.M.)

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