Nasce WoMat, la nuova start up per lo sviluppo di materiali sostenibili

Il team di ricercatrici (da sinistra verso destra)_ Raffaella Striani, Silvia Colella, Aurora Rizzo, Carola Esposito Corcione, Antonella Giuri
La nuova start up, parte di un progetto di crescita della società incubatrice Reinova, ha l’obiettivo di sviluppare nuove partnership con giovani imprese e con il mondo dell’innovazione

Il panorama della sostenibilità propone spesso soluzioni innovative che concorrono ad agevolare il passaggio verso strategie di sviluppo green. E il mercato del made in Italy non è da meno. Soprattutto se parliamo di start up innovative, da sempre contenitore di idee dirompenti che muovono il mercato, facendo progredire la ricerca

Nasce la start up WoMat

start up

È il caso della neonata WoMat, start up che si occupa della definizione e dello sviluppo di materiali innovativi a basso impatto ambientale. Nasce dalla passione di cinque donne da anni attive nell’innovazione e nella ricerca. E promuove un progetto di elevato valore tecnologico, in collaborazione con Reinova, azienda modenese specializzata in validazione di componenti per il powertrain elettrico. Reinova, in qualità di incubatore, aiuterà la start up nella sua fase iniziale di implementazione e crescita.

L’idea alla base di WoMat è quella di sviluppare materiali che riducono i costi di realizzazione di un prodotto, mantenendo la performance adeguata. Il tutto proponendo soluzioni tecnologiche ed ecosostenibili basate su materiali innovativi e destinati a varie industrie del made in Italy e non solo.

 

 

La forza della ricerca

Le socie fondatrici sono cinque ricercatrici. Carola Esposito Corcione, Aurora Rizzo, Silvia Colella, Antonella Giuri e Raffaella Striani. Lato Reinova, Stefania Carlucci assume il ruolo di CEO di WoMat. Mentre Giuseppe Corcione, Amministratore Delegato di Reinova, quello di Chief Technical Officer.

 

Il team di ricercatrici (da sinistra verso destra)_ Raffaella Striani, Silvia Colella, Aurora Rizzo, Carola Esposito Corcione, Antonella Giuri

Il business model si basa sulla ricerca di risorse utili per accelerare lo sviluppo delle realtà aziendali e per fornire soluzioni innovative. Per promuovere e concretizzare quindi la produzione supportando lo scale-up e la commercializzazione di tali materiali.

«Vorremmo consolidare il bacino di conoscenza per rispondere alle esigenze del mercato. E ampliare la rete di sviluppo di nuovi materiali ecosostenibili per differenti destinazioni d’uso. Così da poter rispondere alle esigenze del mercato in ambiti applicativi industriali differenti». Spiega l’amministratore delegato di Reinova Giuseppe Corcione. Che aggiunge: «Il sostegno a WoMat fa parte del progetto più ampio di crescita di Reinova, incentrato sul processo di inserimento di nuove start up e sullo sviluppo di nuove partnership. Una crescita aziendale che vuole favorire lo sviluppo e vede la recente assunzione di dieci persone, mentre altre dieci verranno assunte a stretto giro».

 

 

Una realtà quasi interamente al femminile

Giuseppe Corcione e Stefania Carlucci, rispettivamente CTO e CEO di WoMat

È un valore aggiunto, come conferma la CEO Stefania Carlucci. «Crediamo che non possa esserci vero progresso senza una maggiore partecipazione delle donne nell’economia e nella ricerca. Si tende a pensare che l‘investire nell’impresa sia un’attività prettamente maschile. Eppure molti esempi in campo aziendale, politico e scientifico, ci raccontano una realtà ben diversa. Bisogna ancora compiere dei passi in avanti, ma qualcosa sta cambiando».

WoMat si propone di trovare soluzioni efficaci al problema ambientale nell’ambito dello sviluppo sostenibile previsto dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Tra i 17 obiettivi, infatti, viene menzionato quello relativo a “consumo e produzione responsabili”. I materiali sviluppati da WoMat vengono appunto pensati a partire da elementi di naturali, riciclabili ed ecosostenibili.

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