Il Power Barometer 2025 di Eurelectric, segnalato anche dall’Associazione Elettricità Futura, riporta la fotografia di un settore elettrico europeo in profonda trasformazione. La transizione energetica procede, ma emergono nuove sfide: integrazione di rinnovabili, domanda in evoluzione, investimenti di rete e necessità di flessibilità.
La capacità di generazione: meno fossili, più rinnovabili, nucleare in ripresa
Il 2024 ha segnato un momento storico per la transizione: la quota di generazione da fonti fossili è scesa al minimo record del 28%, con una riduzione di 89 TWh su base annua. Il calo ha riguardato soprattutto carbone (-50 TWh) e gas (-35 TWh), confermando un trend strutturale di progressiva uscita dalle fonti ad alte emissioni. Al contrario, le fonti rinnovabili hanno registrato un forte balzo in avanti: +44 TWh dal solare e +43 TWh dall’idroelettrico, grazie a condizioni idriche più favorevoli. Anche l’eolico, seppur stabile intorno a 489 TWh, mantiene un ruolo di primo piano.
Per la prima volta nella storia, il solare ha superato il carbone nella produzione di elettricità. Il nucleare si conferma pilastro della generazione europea, con una quota del 24% sul totale e un incremento di 31 TWh nel 2024. Oltre ad aver garantito stabilità in un contesto di forte penetrazione rinnovabile, il nucleare sta mostrando una crescente flessibilità operativa: in Francia, ad esempio, i reattori hanno modulato la produzione con ampie variazioni intraday per integrare i picchi di solare.
Domanda elettrica: la stagnazione lascia spazio alla crescita
La domanda di elettricità in Europa è rimasta stagnante negli ultimi anni a causa di crisi industriale e risparmi forzati legati all’impennata dei prezzi dell’energia. Nel 2024 il consumo è cresciuto solo dell’1%, rimanendo comunque il 7% sotto i livelli del 2021. Nel 2025 si osservano però i primi segnali di rimbalzo: nei primi sei mesi la domanda è aumentata del +2% rispetto al 2024, trainata anche da un inverno più rigido. Guardando al medio periodo, il settore dei data center rappresenta un driver di crescita decisivo. Nel 2024, la loro domanda ha già raggiunto oltre il 3% dei consumi europei, con una capacità installata di 9,4 GW. Le proiezioni indicano un aumento a 150 TWh entro il 2030, pari a più del 170% rispetto al 2022. Questa crescita, concentrata soprattutto nei grandi hub urbani (Londra, Dublino, Francoforte, Parigi, Amsterdam), pone sfide significative per le reti locali, chiamate a gestire nuovi carichi altamente concentrati e difficilmente flessibili.
Prezzi e mercati: stabilità apparente, ma volatilità in aumento
Il prezzo medio dell’elettricità in Europa è diminuito a 82 €/MWh nel 2024, toccando i livelli più bassi dal 2021. Si tratta di una correzione dopo gli shock del 2022 e del 2023, quando i prezzi avevano raggiunto i 227 €/MWh. Per il 2025 si attende però un quadro più volatile. Nel primo trimestre, i prezzi hanno sfiorato i livelli del 2023, spinti da domanda più alta e minore produzione eolica, per poi rientrare ai valori del 2024 nel secondo trimestre. Questo andamento segnala una maggiore sensibilità del mercato a fattori climatici e stagionali. Crescono inoltre i fenomeni di prezzi negativi, registrati sempre più frequentemente in Paesi come Germania, Spagna e Paesi Bassi. Questi episodi riflettono la combinazione di domanda debole, elevata produzione rinnovabile e congestioni di rete che impediscono un corretto bilanciamento dei flussi.
Costi di bilanciamento e necessità di flessibilità
La maggiore penetrazione delle rinnovabili richiede un impegno crescente per garantire stabilità e sicurezza del sistema. Nel 2024, i costi di bilanciamento e dei servizi ancillari a livello europeo hanno superato i 7 miliardi €/anno, quasi quadruplicando rispetto al 2020. Questi costi sono particolarmente concentrati in Germania, che da sola ha sostenuto oltre la metà delle spese europee. Se l’integrazione dei sistemi elettrici nazionali non avanzerà in modo deciso, la tendenza è destinata a peggiorare, mettendo pressione sui consumatori e sugli operatori.
Lo storage: una corsa contro il tempo
Lo storage è considerato la soluzione chiave per assorbire la variabilità delle rinnovabili e ridurre la necessità di costosi interventi di bilanciamento. Oggi lo scenario europeo è dominato dal pompaggio idroelettrico (50 GW), ma le batterie stanno crescendo rapidamente: al 2024 la capacità installata di BESS ha raggiunto 5,4 GW, con una pipeline di oltre 30 GW nei prossimi anni. Secondo Eurelectric, tuttavia, serviranno almeno 60 GW di storage al 2030 per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione e sicurezza del sistema. Oltre al tema dei volumi, resta cruciale sviluppare modelli di business sostenibili che valorizzino lo storage nei mercati della capacità, dei servizi di bilanciamento e nelle configurazioni co-locate con rinnovabili
Prosumers e reti: crescita rapida, investimenti insufficienti
Tra 2021 e 2024 il numero dei prosumers in Europa è più che raddoppiato, passando da 3 a quasi 7 milioni. Parallelamente, le richieste di connessione di nuovi impianti rinnovabili alle reti di distribuzione hanno superato le 450.000 all’anno. Questa accelerazione sta mettendo sotto forte pressione le reti di distribuzione, chiamate a gestire un flusso sempre più bidirezionale e variabile. Nel 2024, gli investimenti delle DSOs hanno raggiunto 40 miliardi €/anno, con una crescita del 60% rispetto a quattro anni prima. Tuttavia, secondo Eurelectric, il fabbisogno reale supera i 60 miliardi €/anno: un gap che rischia di rallentare la transizione se non colmato rapidamente
La sfida per l’Europa
Il quadro che emerge è chiaro: l’Europa deve accelerare nell’integrazione delle rinnovabili, gestire una domanda in crescita – sia tradizionale che nuova, come quella dei data center – e rafforzare le reti di trasmissione e distribuzione. Solo così sarà possibile ridurre i costi di bilanciamento, garantire sicurezza di approvvigionamento e mantenere competitività, accompagnando il continente verso l’obiettivo di neutralità climatica al 2050.
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