Secondo il “Climate Transition Barometer” di BCG e Argos Wityu, le PMI europee vedono nella decarbonizzazione un fattore strategico di crescita. L’85% delle imprese considera la transizione ecologica una priorità, ma restano ostacoli legati all’accesso ai capitali e alla chiarezza normativa. Fondi di investimento e normative svolgono un ruolo decisivo per accelerare il percorso.
Decarbonizzazione e PMI: il nuovo motore della crescita europea
La decarbonizzazione non è più un tema di semplice compliance per le PMI europee, ma una leva strategica per la competitività.
L’85% delle medie imprese considera oggi la sostenibilità un motore di sviluppo, contro il 67% del 2024. La transizione ecologica influenza ormai governance, strategie commerciali e posizionamento competitivo.
Il contributo delle PMI è cruciale: rientrano nello Scope 3 delle grandi aziende e rappresentano circa il 60% delle loro emissioni indirette.
Questo ruolo le rende protagoniste nella decarbonizzazione delle catene del valore, soprattutto nei mercati B2B dove la pressione dei clienti è sempre più determinante.
Settori in evoluzione: l’agroalimentare accelera sulla decarbonizzazione
Tutti i settori analizzati mostrano progressi significativi, con l’agroalimentare in forte crescita: le PMI del comparto che considerano la riduzione delle emissioni una priorità sono passate dal 50% del 2024 all’80% del 2025. Un dato che segnala la trasformazione anche dei settori più esposti a sfide operative.
Il 48% delle medie imprese europee ha già avviato investimenti concreti per ridurre le emissioni. Tra queste, il 32% opera con piani strutturati e roadmap definite, tre volte di più rispetto al 2023. Anche chi non è ancora partito dimostra impegno: il 65% prevede di misurare la propria impronta carbonica entro tre anni.
Clienti e normative: i driver della transizione sostenibile
La decarbonizzazione delle PMI è spinta da due fattori principali: domanda dei clienti e requisiti normativi. Per il 63% delle imprese, la sostenibilità è un vantaggio commerciale; il 53% la considera la chiave per conquistare nuove quote di mercato nei prossimi anni. Parallelamente, il 70% ritiene che le normative ambientali siano decisive per strutturare strategie efficaci.
Il supporto degli investitori si rivela cruciale: tra le PMI sostenute da fondi, il tasso di impegno nella decarbonizzazione cresce del 13% rispetto a quelle indipendenti. Questo conferma che l’accesso a capitali dedicati può accelerare l’adozione di strategie green.
Barriere finanziarie e complessità normative: i principali ostacoli
Nonostante la crescente ambizione, la strada resta in salita. Il 62% delle PMI segnala barriere economiche come principale freno agli investimenti sostenibili. A questo si aggiungono le difficoltà nel decifrare regolamenti complessi e poco chiari, che rallentano l’implementazione delle strategie di decarbonizzazione.
La distanza tra ambizione e capacità di execution rimane significativa. Le PMI hanno avviato il percorso verso la transizione ecologica, ma per accelerare servirà un’azione coordinata tra imprese, investitori e istituzioni. Solo così sarà possibile trasformare la decarbonizzazione in un reale vantaggio competitivo per l’intero tessuto economico europeo.