L’attuale fase di instabilità geopolitica sta ridefinendo il panorama energetico, accelerando la transizione verso le rinnovabili. In questo scenario, i Sistemi di Accumulo a Batterie (BESS) si confermano un alleato fondamentale per la stabilità della rete. Ma come sta evolvendo il mercato italiano? Il 2025 mostra una crescita significativa, ma a due velocità ben distinte.
Mercato in crescita, ma sbilanciato
A livello europeo, l’Italia rimane uno dei mercati più in fermento per i BESS. A fine giugno 2025 (fonte ANIE Rinnovabili), la capacità totale installata nel Paese sfiora i 16,5 GWh, con una potenza complessiva di 6.750 MW, distribuiti su oltre 815.000 impianti.
Nonostante il settore accumulo registri una crescita di oltre l’8% rispetto al 2024, l’andamento è trainato quasi esclusivamente dai grandi progetti e dai sistemi stand-alone.
Nel primo trimestre del 2025 (Q1), le nuove installazioni hanno totalizzato 316 MW di potenza e 636 MWh di capacità. Tuttavia, questo periodo ha visto un calo marcato, pari al 44%, nel numero di impianti residenziali (sotto i 20 kWh) rispetto allo stesso periodo del 2024.
Nel secondo trimestre (Q2), le installazioni sono proseguite con slancio, portando la potenza complessiva a 817 MW e la capacità a 2.728 MWh. Questi valori rappresentano una crescita rispettivamente del 47% e del 73% rispetto al Q2 2024. È chiaro: la forte ascesa dei grandi impianti sta compensando il netto calo di quelli destinati al residenziale.
Capacity market e fast reserve
L’alta proliferazione degli impianti di grandi dimensioni è stata senz’ombra di dubbio favorita da due meccanismi cruciali:
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Capacity Market: Un sistema che garantisce ai fornitori (centrali, accumuli) una remunerazione per la disponibilità a immettere energia in rete quando la domanda è alta o intermittente.
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Fast Reserve: Un servizio ultra-rapido che assicura la stabilità del sistema elettrico, correggendo la frequenza in frazioni di secondo.
Questi meccanismi hanno fornito un quadro normativo ed economico favorevole all’investimento in grandi BESS.
I freni del residenziale
Il mercato residenziale, nonostante sia stato il “motorino di avviamento” per la diffusione dell’accumulo, vive oggi un momento di stasi, le cui motivazioni sono molteplici:
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Normative e Burocrazia: Le recenti variazioni normative (CEI e ARERA) e l’incertezza su meccanismi come il MACSE (Meccanismo di Aggiudicazione della Capacità di Accumulo Strategica) rendono macchinoso il percorso di implementazione. I tempi di sbrigo delle pratiche si sono allungati a causa della congestione delle richieste.
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Incentivi: L’incentivazione è principalmente indiretta, legata a detrazioni fiscali come il Superbonus o l’Ecobonus. Per i progetti stand-alone non è previsto alcun incentivo diretto.
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Sentiment Popolare: Timori e perplessità sociali, sia sull’impatto paesaggistico dei grandi impianti sia sulla sicurezza legata allo stoccaggio di grandi quantità di batterie (rischio incendi/esplosioni), generano reticenza.
Investimenti e ROI: la vera cartina tornasole
La necessità dei BESS per garantire la flessibilità energetica e l’integrazione delle rinnovabili è ampiamente riconosciuta a livello strategico e funzionale.
Noi di Sparq constatiamo come il mercato dei grossi impianti sia in fermento, spinto dalle pressioni UE sulla decarbonizzazione. Tuttavia, notiamo che la realtà è ancora quella di poche figure in grado di “mettere i soldi sul tavolo”. Le difficoltà burocratiche per l’ottenimento degli incentivi rendono obbligatori studi specializzati.
In ogni installazione, il parametro economico fondamentale resta il ROI (Return on Investment). Calcolarlo in modo preciso non è semplice. Oltre a considerare il costo del sistema e i consumi, è cruciale includere le possibili perdite dell’impianto e scenari di “magra”, ossia i periodi più o meno lunghi in cui le condizioni minime di produzione (es. poco vento o cielo nuvoloso) ne riducono l’efficacia. Solo considerando queste variabili come la peggiore eventualità si può ottenere un calcolo realistico e preciso per scegliere il sistema più consono.
