Largo alle vernici sostenibili

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Alcuni componenti chimici dei prodotti per verniciature possono avere gravi conseguenze sulla salute di chi li utilizza. Nuove regole stanno entrando in vigore per limitarne l’uso e nuove proposte green si stanno affacciando sul mercato

(Largo alle vernici sostenibili)

 

Il problema…

Hanno un nome complicato – diisocianati – e sono componenti delle vernici poliuretaniche, necessari affinché queste possano reagire con i catalizzatori per ottenere il corretto indurimento. Con il grave svantaggio però di nuocere alla salute di chi li utilizza , perché contengono monomeri liberi, cioè molecole che possono essere facilmente inalate e provocare danni al sistema respiratorio.

Uno studio presentato nel 2016 in Germania aveva, infatti, evidenziato una connessione tra esposizione per via cutanea o inalazione e incremento di casi d’asma professionale. Per questa ragione il Reach – il regolamento dell’Ue per la tutela della salute e dell’ambiente dai rischi derivanti da sostanze chimiche – ha stabilito di diminuire i livelli di diisocianati sotto lo 0,1 per cento e di limitare in Europa la vendita di prodotti con quantità di diisocianati superiore allo 0,1% , a partire dal 24 agosto 2023 , condizionandola a una formazione adeguata del personale che li manipola. La durata della formazione varia, naturalmente, in funzione dell’uso delle sostanze e della mansione svolte.

 

…e la soluzione

Proprio in quest’ottica, il laboratorio di Verinlegno – azienda in provincia di Pistoia che produce vernici per legno e vernici industriali – ha recentemente completato uno studio che consente di fornire catalizzatori (i componenti che permettono alla vernice di diventare solida) con l’etichettatura che attesta contributi di monomero libero inferiore allo 0,1 per cento. Questa linea di prodotti, siglata HS (da Health and Safe), è in commercio dall’inizio del 2022 e anticipa, quindi, la scadenza fissata dal Reach. Segni particolari: l’alto livello qualitativo, sia sul piano estetico, sia di resistenza chimico-fisica.

«Si è cercato di ridurre il più possibile – spiega Gioele Melchionda, direttore tecnico di Verinlegno – la quantità di monomeri liberi, senza diminuire le prestazioni. Nella maggior parte delle vernici bicomponenti, oggi in circolazione, la percentuale di questa molecola è al di sotto dello 0,5 per cento. Percentuale che è scesa comunque di molto rispetto al passato: basti pensare che 50 anni fa questi prodotti contenevano livelli di diisocianati intorno al sette per cento. Poi, gradualmente, le regolamentazioni hanno chiesto migliorie, dopo che è stata dimostrata la pericolosità di queste sostanze per la salute».

Inoltre, l’azienda toscana ha brevettato con il Patent cooperation treaty (il trattato internazionale di cooperazione in materia di brevetti) l’utilizzo di essenze naturali e antiossidanti nella formulazione di vernici per gli infissi. La licenza, frutto di tre anni di studio, ha validità in Italia, Europa e Canada.

Il progetto è stato portato avanti dal laboratorio Verinlegno in collaborazione con il Cnr di Sassari.Vernici sostenibili

Queste vernici sono le prime a integrare un filtro UV basato esclusivamente su estratti provenienti dalle piante, senza alcun ricorso a molecole di sintesi, in grado di catturare i radicali liberi – responsabili della perdita di brillantezza, alterazioni del colore, fratture nel film protettivo e danni al supporto ligneo – in misura cinque volte maggiore rispetto ai prodotti tradizionali, garantendo così una maggior durata e una più lunga persistenza del colore.

Sul mercato oggi sono disponibili due tipologie di additivi antiossidanti, utilizzati per rallentare il degrado: ci sono quelli “preventivi” che inibiscono la formazione dei radicali liberi generati dai raggi ultravioletti e gli “interruttori di catena” che agiscono, invece, bloccando i radicali già formati.

«Questo filtro UV naturale a base di estratti di piante» – continua Melchionda – «è in grado di lavorare in entrambe le modalità: preventiva e bloccante. Ed è per questo motivo che offre prestazioni elevate. In pratica, questi antiossidanti che contrastano lo scorrere del tempo sono componenti– scudo che vengono attaccati e distrutti – tecnicamente “sacrificati” – per proteggere e preservare l’infisso. Gli additivi green avendo una maggior resistenza, hanno anche il vantaggio di venir “sacrificati” in tempi molto più lunghi».

 

Come funziona il Reach

L’acronimo inglese Reach sta per “Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals” e fa riferimento a un insieme di norme, entrate in vigore il 1° giugno 2007, per proteggere la salute e l’ambiente dai rischi connessi all’utilizzo di prodotti chimici. La normativa si applica sia alle sostanze utilizzate nei processi industriali, sia a quelle di uso quotidiano, come i detersivi o le vernici, più tutte quelle presenti in articoli come indumenti, mobili ed elettrodomestici. Questo regolamento riguarda quindi la maggioranza delle aziende presenti nell’Ue.

Il regolamento Reach garantisce che l’industria si assuma la responsabilità di gestire i rischi che le sostanze chimiche possono comportare per la salute e l’ambiente e di fornire agli utenti nella catena di approvvigionamento le informazioni di sicurezza appropriate. Il regolamento attribuisce alle aziende l’onere della prova, quindi il compito di identificare e gestire i rischi collegati alle sostanze che producono e commercializzano. Inoltre, la normativa consente all’Ue di adottare ulteriori misure se si rende necessaria un’azione complementare a livello europeo.

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