Decarbonizzazione: serve un cambio di passo

Decarbonizzazione
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Nel contesto cartario europeo, l’Italia ricopre una posizione di eccellenza. Anche come modello nella transizione all’economia circolare. Per capire come il settore si stia preparando alla sfida, consapevole delle criticità che questa presenta, abbiamo intervistato Massimo Medugno, direttore generale di Assocarta

Decarbonizzazione: serve un cambio di passo per attivare realmente il processo di transizione ecologica. Ne è convinto Massimo Medugno, direttore generale di Assocarta, l’associazione, aderente a Confindustria, che si occupa di coordinare e promuovere gli interessi di ogni settore dell’industria cartaria.

 

L’Italia è il terzo produttore di carta in Europa, ma è il secondo utilizzatore europeo di carta da riciclo: cosa ci dicono questi dati sul contributo del settore cartario al consolidamento dell’economia circolare in Italia?

L’Italia nel 2020 è il terzo produttore europeo dopo Germania e Svezia (dal quarto posto degli anni precedenti), nonostante l’arretramento produttivo del -4,1%. Insomma, ci si ritrova sul podio, in conseguenza dei maggiori arretramenti degli altri Paesi. Decarbonizzazione

Anche se il settore cartario italiano è fatto da eccellenze: ad esempio primo in Europa nella produzione di carte igienico e sanitarie e secondo nella produzione di carta da involgere e da imballo.

Il riconoscimento dell’ “essenzialità” del settore da parte del Governo (D.P.C.M. 22 marzo 2020) ha permesso alle cartiere di rimanere pienamente attive anche nei periodi di chiusura.

Un’ essenzialità confermata soprattutto dagli ordini anche se, comunque, la produzione di carte e cartoni ha presentato ridimensionamenti rispetto ai già non soddisfacenti volumi degli analoghi periodi 2019 collocandosi, nella sintesi dei 12 mesi, poco oltre 8,5 mln ton, evidenziando un calo del 4,1% sul 2019, volume solo di poco superiore a quello del 2009 (8,4 mln ton), l’anno interessato dalla crisi economico-finanziaria, e prossimo a quelli di fine anni ‘90.

Con un indicatore di circolarità di materia pari a 0.79 (in una scala da 0 a 1; fonte: https://www.ellenmacarthurfoundation.org/) il settore cartario è un modello nella transizione all’economia circolare. Un valore elevato, ottenuto grazie alla capacità del settore di investire in materie prime rinnovabili (fibre vergini da foreste certificate e amidi) e di prendersi cura dei suoi prodotti reimmettendo nel ciclo produttivo carta e imballaggio da riciclare.

Il tasso di utilizzo (rapporto tra consumo di carta da riciclare e produzione di carte e cartoni) e il tasso di riciclo (rapporto tra consumo di materia prima e consumo apparente di carte e cartoni) hanno toccato nel 2020 i livelli massimi, raggiungendo rispettivamente il 61% (56-57% nel biennio precedente) e il 53,3% (48-49% nei periodi precedenti), parametro, quest’ultimo, che nel packaging supera ormai l’87%. Siamo oltre l’85% previsto nel 2030 dalle recenti normative sul riciclo degli imballaggi.

 

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Tuttavia, la strada verso la realizzazione di una reale transizione ecologica sembra non essere priva di ostacoli. Uno dei punti dolenti sembra riguardare, paradossalmente, le politiche per il contenimento delle emissioni. Cosa ci può dire al riguardo?

La transizione dell’industria verso un’economia decarbonizzata necessita strumenti e tempi compatibili con lo sviluppo tecnologico.

Innanzitutto va data attuazione agli strumenti ordinari.

Non possiamo migliorare le performance ambientali dei nostri stabilimenti se non esistono Decarbonizzazionesoluzioni tecnologiche concrete che possano sostituire le attuali. Lo sforzo delle imprese deve essere quello di adottare le best practice, compatibilmente con la tenuta economica dell’impresa stessa specialmente se operante in un contesto di mercato internazionale.

Siamo nella delicata fase in cui l’evoluzione tecnologica mostra le innovazioni che saranno disponibili nei prossimi 10/20 anni e al contempo efficiente, con l’aiuto della digitalizzazione, i processi attualmente in essere.

Non possiamo pensare oggi a fabbriche che abbandonano il gas naturale per passare in modalità on/off a idrogeno o biocombustibile, semplicemente perché queste nuove tecnologie non sono ancora disponibili su scala industriale.

Proprio per questo il ruolo del gas, e suo utilizzo efficiente, guiderà la transizione: le possibilità di efficientamento dei processi di utilizzo del gas, del recupero di tutta la sua entalpia, forniranno nei prossimi anni un contributo concreto al contenimento delle emissioni.

 

Con il lancio del Pnrr, resilienza e ripresa sono ormai diventate i due paradigmi dello sviluppo del sistema economico italiano. Assocarta cosa si propone di fare a supporto di questi processi?

In questo anno abbiamo molto lavorato con i nostri associati sui temi riguardanti il piano nazionale di ripresa e resilienza e, in particolare, su quattro proposte:

  1. è necessario sostenere nuovo ciclo di investimenti nella cogenerazione (autoproduzione combinata di energia elettrica e calore) con un quadro di regole certo e stabile, allineate con il contesto europeo in cui il settore cartario opera, che preveda specifiche azioni a supporto di questa tecnologia in grado di raggiungere elevati livelli di efficienza;
  2. il settore utilizza complessivamente 2,5 miliardi di m3 di gas. Il riciclo in Italia e in Europa si svolge quasi esclusivamente in cartiere che utilizzano questa fonte di energia;
  3. il settore, in quanto principale utilizzatore di gas naturale in Italia, rappresenta anche il migliore destinatario per l’impiego di idrogeno, assicurando una solida base di consumo continuo e costante nel tempo. A nostro avviso non è possibile pensare al solo idrogeno verde, ma anche a quello blu, combinandolo con progetti di Ccs e Ccu e rendendo gli impianti idonei all’utilizzo di idrogeno da rete e/o auto-produrre idrogeno da fonte rinnovabile;
  4. come si evince dai dati dell’ultimo rapporto ambientale di Assocarta, sono stati esportati 1,5 milioni di tonnellate di carta da riciclare e tale quota è potenzialmente destinata ad aumentare in considerazione di tre fattori principali: l’aumento delle raccolte finalizzato al raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio, l’obiettivo di riduzione dello smaltimento in discarica dei rifiuti urbani e il divieto di collocamento in discarica dei rifiuti derivanti dalla raccolta differenziata. Bisogna però evidenziare che nell’ultimo anno in Italia sono stati avviati due nuovi impianti di produzione di carta che utilizza carta da riciclare, per una capacità produttiva che a regime raggiungerà le 800.000-900.000 tonnellate circa. Possiamo, quindi, prevedere una costante riduzione delle esportazioni.

 

Assocarta

Assocarta è stata fondata l’11 maggio del 1888 con l’obiettivo di «tutelare l’industria e il commercio cartaceo italiano». L’Associazione, aderente a Confindustria, ha oggi lo scopo di coordinare e promuovere gli interessi di ogni settore dell’industria cartaria in cui operino le imprese associate, e di tutelarli sia a livello nazionale che europeo attraverso Cepi, la confederazione europea dell’industria cartaria (www.cepi.org), di cui è socio fondatore. L’essenzialità dichiarata in fase di pandemia ha riconosciuto il ruolo delle produzioni dell’industria cartaria italiana ma anche la funzione chiave che essa svolge nell’economia circolare del Paese e nella transizione ecologica, grazie a performances ambientali e circolari riconosciute anche nell’ambito del Pnrr.

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